CRUI
Conferenza dei Rettori delle Università Italiane

COMUNICATO STAMPA

Roma, 11 dicembre 1998

I percorsi formativi universitari vanno definiti pensando al mondo del lavoro e con molta attenzione alla qualità, che va intesa anche come capacità di assicurare un livello del processo di formazione stabile nel tempo. È quanto è emerso oggi nel corso del convegno"Un approccio italiano alla qualità dell'università: il modello Campus dopo 3 anni di esperienza", promosso dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Nel corso dei lavori si è parlato di un primo esperimento, condotto su 84 diplomi di laurea di 32 università italiane, del sistema di valutazione della qualità della formazione basato sull'applicazione di metodologie industriali di valutazione. In pratica per accertare il livello qualitativo dei corsi sono stati adottati i criteri ISO 9000 e si è proceduto prima con la compilazione da parte di un gruppo scelto di docenti, personale amministrativo e studenti, di un questionario di 160 domande e poi con un sopraluogo da parte di un valutatore."È un sistema - ha detto a margine dei lavori il prof. Rodolfo Zich, rettore del politecnico di Torino e coordinatore del progetto Campus - che dà visibilità a quello che viene fatto e ai risultati ottenuti, dando comto di come vengono utilizzate le risorse pubbliche".

L'esperimento di valutazione della qualità ha riguardato i diplomi universitari nati nel 1995 con il progetto Campus, il piano che si è proposto di istituire corsi in cui i programmi fossero definiti sia dal mondo accademico che da quello imprenditoriale. Si èpartiti nel 1995 con 52 diplomi in 24 università per 3.862 studenti per arrivare nel 1998 a 84 diplomi in 32 università per 7.090 studenti complessivi. I corsi non hanno comportato nessun aggravio di spesa per gli studenti rispetto alle normali tasse universitarie, ma sono stati finanziati, quest'anno, con 22 miliardi e 300 milioni provenienti per il 45% dal Fondo Sociale Europeo e per il 55% dal MURST. I risultati sono stati eclatanti:"Tutti questi diplomati - ha detto Rita Santarelli, direttore dell'area Scuola, Formazione e Ricerca della Confindustria -sono stati piu' o meno assorbiti dal mondo delle imprese, non per beneficenza ma perchè la loro formazione corrisponde a quello che serve alle imprese".

"Il modello di valutazione presentato oggi nell'ambito del progetto Campus. Stiamo cercando di esportarlo - ha detto Luciano Modica, Presidente della Conferenza dei Rettori CRUI - a chiedercelo sono sia le imprese che gli studenti e i docenti". Mentre sulla definizione di programmi di studio adatti al mondo del lavoro, secondo Modica"fino ad oggi si è pensato solo al lungo termine" andrebbero date indicazioni"per consentire alla gente di entrare nel mondo del lavoro e di restarci". E soprattutto si deve evitare il rischio che l'università diventi fine a se stessa:"Il nostro - ha detto Rodolfo Zich - è proprio un esempio importante di non autoreferenzialità. Oggi formazione e ricerca devono essere intese come politiche dello sviluppo occupazionale, sociale e industriale, devono sapere cogliere le opportunità che nascono dalla trasformazione dei sistemi e permettere l'evoluzione delle proprie competenze".

UFFICIO STAMPA

Marzia Mascini